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Un più duttile senso del tempo, che si esplica in Joyce con il ricorso al "flusso di coscienza", è centrale nella genesi del progetto che ha come protagonista il mare e prende forma in funzione delle continue variazioni dell'acqua, il "flusso delle maree"; lungi dall'essere contrastate queste ultime sono assunte ad elemento costituente e plasmante delle future funzioni in un organismo che assume sia una funzione architettonica specifica, legata alle attività che andrà ad ospitare, sia una funzione di marcatore temporale dove l'unità di misura non è però fornita dall'uomo ma dall'elemento naturale. Il tempo in Piazza Sant'Antonio viene scandito dalla marea che si impossessa gradualmente del riaperto Canale. Il progetto si propone di valorizzare attraverso semplici operazioni l'area tra Piazza Sant'Antonio ed il Canal Grande attraverso una rilettura degli elementi tipici della città e del contesto. L'ubicazione dell'intervento e la storia di questi luoghi, richiedono un'operazione improntata maggiormente al togliere piuttosto che all'aggiungere, dove il risultato viene valutato per la chiarezza compositiva e l'esaltazione degli elementi preesistenti nell'intorno: ciò porta alla realizzazione di atmosfere che si armonizzano con quelle già presenti nella città. La semplicità compositiva consente all'area di relazionarsi chiaramente con la zona di Ponte rosso e le vie adiacenti, come un accompagnamento musicale si fonde con il motivo dominante. Il tema principale dell'intervento riguarda la riapertura dell'ultimo tratto del Canal Grande con la sua identità storica, il progetto ripristina l'ingombro originario delle sponde, rileggendone le quote ed i materiali, considerando soprattutto l'impossibilità di renderlo nuovamente navigabile con mezzi e in tempi verosimili. Una gradonata definisce le quote del nuovo canale, la marea ne determina l'estensione della parte emersa, sino ad arrivare, a seconda delle fasi lunari, al completo riempimento; il tempo viene dilatato. La pavimentazione in arenaria a quadri, si estende ininterrottamente per tutta l'area definendone i confini e dando unità all'intervento, rifiutando i differenti tipi di posa circostanti (via Santa Caterina/via San Lazzaro o via Bellini/via Rossini). Il marcato contrasto tra gli estesi elementi lapidei e la flora urbana è un tratto tipico di Trieste, in cui è frequente notare la penetrazione nel tessuto urbano di aree a vegetazione naturale; qui il tema viene riproposto con l'inserimento di un filare di frassini che differenziano la riva nord dalla riva sud e terminano all'incrocio tra via Paganini e via San Lazzaro. Le foglie decidue di questa essenza contribuiscono a rendere il paesaggio maggiormente mutevole. Una serie di sedute essenziali per forma e materiali, sottolinea sul lato nord l'estensione dell'invaso e realizzano uno spazio per la sosta che potrà essere implementato dai dehors dei locali limitrofi. Il potenziale di questa porzione di città è analizzato tramite l'individuazione delle continuità visive che ne definiscono le qualità; la profondità di lettura del contesto è unica, esaltata dagli ampi spazi liberi lasciati dal Canale. A ciò si contrappone la discontinuità di fruizione degli spazi: zone deputate alla contemplazione si alternano a zone dinamiche e mutevoli, rese sempre diverse dal continuo cambiamento dei riflessi della marea che ne condiziona la luce e i colori. Gli assi visivi del progetto sono tre: l'asse storico unisce l'intero Canal Grande all'importante fronte della chiesa di Sant'Antonio e viene rafforzato dalla apertura dell'ultimo tratto in cui si potranno ammirare i riflessi della chiesa nei momenti di alta marea; l'asse naturale/turistico corrisponde alla riva nord e delinea un percorso visivo e fisico dal mare al filare di frassini del tratto in progetto; l'asse urbano mette in relazione le diverse porzioni del lungo-canale sud con Riva Tre Novembre, Piazza del Ponte rosso e Via San Lazzaro e origina un continuum funzionale. La piazza, per contribuire alla fruizione del luogo, si adegua alle diverse situazioni, momenti, accadimenti che si succedono nel tempo: le possibilità sono molteplici, spazio simbolico, area turistica, supporto agli spazi del mercato, piazza istituzionale; il progetto di “utilizzo” ne esalta le qualità intrinseche. Le due “rive” del Canale assecondano la loro naturale vocazione: il lato nord, turistico, è deputato a boulevard verde in prosecuzione di Via Gioacchino Rossini e ospita una serie di dehors; il lato sud recepisce le istanze generate dalla limitrofa Piazza del Ponte rosso e di Via Vincenzo Bellini dando luogo a spazi funzionali temporanei per il commercio ed i servizi. La riapertura del canale suddivide la piazza in tre differenti aree, uno spazio rappresentativo in continuità con la chiesa, uno spazio necessariamente temporaneo per allestimenti culturali ricavato nella gradonata del Canale durante la bassa marea, uno spazio di servizio per la logistica ed il “funzionamento” dell'insieme. L'aspetto tecnico dominante del progetto è connesso alla scelta della riapertura dell'ultimo tratto di Canal Grande. Un intervento di questo impatto richiede necessariamente una serie di considerazioni progettuali, economiche, urbanistiche, ambientali che conducano ad una soluzione ponderata: se dal punto di vista architettonico è indubbio il valore aggiunto ad uno spazio urbano da uno specchio d'acqua, è altresì vero che, in questo caso, la sua navigabilità risulterebbe operazione fine a se stessa ed estremamente impegnativa dal punto di vista tecnico/economico. La soluzione proposta realizza una parziale riapertura dell'invaso e riporta alla luce l'originale ingombro delle sponde, bonificando l'area dalla torpediniera in essa sepolta, senza rendere il tutto inutilmente navigabile; sfrutta inoltre una risorsa naturale ivi presente (marea) per realizzare una scenografia in continuo movimento che rievoca la duttilità temporale (il flusso di coscienza di Joyce). Questo spazio mutevole si presta in maniera ottimale ad allestimenti culturali temporanei così come ad installazioni artistiche per i quali l'effimero rappresenta la matrice temporale comune. Il riempimento dell'invaso sarà garantito da una serie di tubi di scarico posti a livelli differenti. La riqualificazione dell'area presuppone una valorizzazione degli elementi storici presenti, tramite un intervento minimo dal punto di vista della caratterizzazione, che consenta una corretta identificazione dei luoghi: una pavimentazione omogenea funge da “quinta” orizzontale per gli edifici storici circostanti, l'inserimento di un filare di frassini sottolinea l'assialità dominante ed una serie di sedute ne consente la contemplazione. L'illuminazione notturna è realizzata tramite il riposizionamento dei lampioni esistenti che si pongono in continuità con quelli già presenti lungo il Canale e l'inserimento di luci scenografiche ad incasso sul fondo dell'invaso. Tutti gli elementi di arredo urbano sono caratterizzati da una ricercata semplicità formale e da una facilità di manutenzione. La eventuale collocazione di dehors dei locali sarà regolamentata da una serie di norme che ne determineranno tipologia, materiali e colori uniformi; l'obiettivo è di assimilarle alle tipologie già presenti nelle aree adiacenti, senza realizzare strutture fisse comuni poco adatte ad un luogo storico e caratteristico dove ogni aggiunta potrebbe essere eccessiva. Il loro posizionamento è previsto lungo l'asse naturale/turistico (cfr. relazione architettonica) in continuità con quelli già presenti nelle porzioni di canale esistente. La ricollocazione dell'edicola esistente seguirà il medesimo schema, mentre all'asse urbano (cfr. relazione architettonica) è demandato il compito di ospitare banchi/chioschi temporanei del mercato e delle periodiche iniziative cittadine. Le aree pedonali rimarranno inalterate mentre la porzione carrabile in prosecuzione di via Spiridione/via Filzi sarà pavimentata come il resto dell'area e verrà contrassegnata da dissuasori a scomparsa lungo le due corsie. Gli attuali posti moto/auto presenti nella stessa zona saranno rimossi per dare continuità visiva e spaziale al Canal Grande e l'accesso dei mezzi per carico/scarico merci sarà regolamentato da orari e modalità prefissati.

Progetto  Riqualificazione Piazza Sant'Antonio

Tipologia  Spazi pubblici

Luogo  Trieste_Italia

Anno  2016

Status  Concorso

Dimensioni  12.000 mq

Cliente  Comune di Trieste

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